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Sound of Africa

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Coj & Second TimeĀ  – Sound of Africa, 2017
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Claudio Cojaniz (piano), Alessandro Turchet (double bass, oud),
Luca Colussi (drums), Luca Grizzo (percussion, vocals).
1) Nkosi Sikelelā€™ iAfrica (Enoch Sontonga) / Capetown (C.Cojaniz); 2) Ugarit;
3) Dadaab; 4) Lionā€™s trip; 5) Niger; 6) El AaiĆ¹n / Uad Guenifa (Luca Grizzo);
7) Marikana; 8) Blue dance.
Prendete lā€™ormai classico Ā«Blue AfricaĀ», realizzato in duo con il contrabbasso di Franco Feruglio, fra le incisioni piĆ¹ riuscite dellā€™ultimo Cojaniz, aggiungenteci lā€™A.P.Trio (con Alessandro Turchet e Luca Colussi, una delle piĆ¹ affiatate coppie ritmiche in circolazione), arricchito dalle percussioni di Luca Grizzo, ed eccovi servito Coj & Second Time, quartetto duttile, giocoso, creativo ed allo stesso tempo rispettoso della tradizione, intriso di blues ed Africa quindi, giĆ  utilizzato per lā€™esecuzione della suite Ā«Si SongĀ» a Roccella Jonica nel 2016, lƬ con lā€™aggiunta di quattro ottoni e del violino di Alexander Balanescu. Questo nuovo progetto nasce con la collaborazione dellā€™associazione nonā€“profit Time for Africa, ed il ricavato andrĆ  a finanziare un progetto educativo per le famiglie dei minatori di Marikana. Un modo anche per ricordare la strage di minatori sudafricani in sciopero operata nel 2012 dalle forze di polizia. Marikana ĆØ anche il titolo anche del penultimo brano del disco, dal sapore fortemente evocativo. Un album che inizia fra lā€™altro con lā€™esecuzione per piano solo dellā€™inno nazionale sudafricano, anche se giĆ  dopo un minuto entrano in azione gli altri tre musicisti ed il brano, sorta di medley, diventa cosƬ una composizione originale di Cojaniz, Capetown, contrariamente a quanto indicato nelle note di copertina. Molto spazio viene lasciato in questa nuova formazione a Luca Grizzo, che firma una dolce e sognante medley dai sapori mediorientali, dovā€™ĆØ anche impegnato come vocalist, accompagnato dallā€™ispirato oud di Turchet. Oltre a presentare cinque nuove composizioni, tutte sempre estremamente liriche e cantabili, fra cui ci piace ricordare la suggestiva Dadaab e la danzante Niger, il pianista friulano rilegge in questa seduta di registrazione Lionā€™s trip (da Ā«Blue AfricaĀ») e la piĆ¹ recente Blue dance, il cui tema prima melanconico poi giocoso, viene brillantemente esposto dal contrabbasso con lā€™archetto. Il brano, che fa parte della suite presentata lā€™anno prima a Roccella Jonica, ĆØ anche il piĆ¹ lungo del disco, di cui costituisce la riuscita ed ideale chiusura.

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