I giovani africani sono in prima linea nel rivendicare politiche e interventi radicali contro il cambiamento climatico. Il Continente africano che praticamente produce meno CO2 di tutti i continenti è quello che paga maggiormente le conseguenze del cambio climatico, questo perché i paesi come Cina, India, Stati Uniti e altri non hanno ancora attivato drastiche politiche di riduzione nell’uso dell’energia fossile. “L’Africa, i poveri del continente, con minime responsabilità delle emissioni stanno sopportando l’urto del cambiamento climatico, con la minima capacità di proteggersi”. Queste sono le parole con le quali, la giovane attività africana Vanessa Nakate denunciava ancora lo scorso anno, le ripercussioni del cambiamento climatico sui poveri del continente.
Vanessa è stata protagonista nella conferenza Youth 4 Climate di Milano, ha messo in evidenza la drammatica situazione in cui la terra sta scivolando se non interverranno politiche radicali per invertire la catastrofe climatica. Con i bla bla bla bla non andiamo da nessuna parte, sono necessari provvedimenti ora.
L’attivista ugandese Vanessa Nakate, il volto africano dell’attivismo giovanile, che rappresenta la meglio gioventù africana impegnata su questo versante, non è sola.
Wanjuri Wathuti, del Kenia ha fondato la Green Generation Initiative
Oladosu Adenike, della Nigeria venticinquenne ambasciatrice di Friday for Future, Earth Uprising e African Youth Climate Hub
Yola Mgogwana, del Sudafrica. Dodicenne che vive nella township di Khayelitsha a Citta del Capo sfida la sua comunità a prendersi più cura dell’ambiente e a smettere di gettare rifiuti e di usare plastica monouso.
Leah Namugerwa, Uganda. Ha festeggiato il suo 15° compleanno piantando 200 alberi e lanciando Birthday Trees , un progetto che fornisce alberelli alle persone che vogliono celebrare la propria vita piantando alberi.
Nkosi Nyathi dello Zimbabwe, 17 anni. L’ambiente è la nostra vita. Le questioni che hanno a che fare con il cambiamento climatico sono molto vicine a ciò che sostengo”, ha detto Nyathi al Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF).