Questo articolo di Riccardo Barlaam apparso su Nigrizia On line ci sembra molto utile per capire l’Africa oggi.
2013-2050
di Riccardo Barlaam
Pensate, c’è una banca d’investimento russa, Renaissance capital, che fiutando il vento, dal 2005 ad oggi ha aperto sette modernissimi uffici in altrettante capitali dello sviluppo africano – Accra, Harare, Johannesburg, Lagos, Lubumbashi, Lusaka, Nairobi – ha investito 1 miliardo di dollari e ha assunto 180 persone che lavorano in Africa per il gruppo e, evidentemente, i suoi business.
Charles Robertson, capo economista della banca, ha appena pubblicato il libro The Fastest Billion, frutto del lavoro di ricerca di questi anni che fa una serie di previsioni interessanti sullo sviluppo prossimo futuro del continente. L’autore paragona lo stato attuale dei paesi dell’area sub-sahariana a quello di paesi asiatici a metà degli anni ’70: un’area del mondo che veniva da 200 anni di declino, dominazione imperiale e stagnazione economica prima di diventare il simbolo della zona a più rapido sviluppo economico (le Tigri), simbolo oggi di crescita, ricchezza, opportunità .
C’è una straordinaria somiglianza geografica, demografica e macro-economica con quello che è successo da allora in India, Sud Corea, Malesia e Indonesia e ciò che sta succedendo oggi nei paesi sotto il Sahel (Kenya, Uganda, Angola, Ghana, Nigeria, Rwanda, Botswana). Con oltre un miliardo di abitanti, i miglioramenti nella governance e nelle istituzioni, i passi avanti nella scuola, le economie in crescita e sempre più aperte l’Africa sta diventando l’area a più rapida crescita del mondo ed è destinata nei prossimi anni ad avere un ruolo sempre più importante nei mercati globali.
Secondo Robertson, è l’ultima fase di una trasformazione dell’economia globale che è cominciata 200 anni fa con la rivoluzione industriale. L’Africa è il beneficiario della parte finale di questa rivoluzione. E nelle prossime due generazioni gli africani si abitueranno a fare i conti con questa crescita rapida che si allargherà sempre di più alle classi medie e medio-basse. Il Prodotto interno lordo (Pil) africano passerà dai 2mila miliardi di dollari attuali ai 29mila miliardi di dollari nel 2050.
Quell’anno, secondo le stime di Robertson, tutta l’Africa produrrà più ricchezza del Pil di Stati Uniti ed Europa mese insieme. Si parlerà di paesi industrializzati, con governi e istituzioni legali funzionanti e società inclusive. Ci saranno più democrazie mature e meno regimi autocratici. Tutto il mondo espanderà i suoi legami con l’Africa e i paesi più ricchi si uniranno alle più grandi economie mondiali (già oggi tra i paesi emergenti chiamati Brics viene considerato anche il Sudafrica, che è la ultima s). Un ruolo decisivo lo giocheranno le nuove generazioni di leader africani, cresciuti a pane, tecnologie e università .
Insomma il boom è appena cominciato e nei prossimi 30 anni, se queste previsioni verranno confermate dalla realtà , muterà radicalmente il peso geopolitico di tutta l’Africa e il suo ruolo sullo scacchiere mondiale. Un libro dei sogni? Si accettano scommesse.