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16 giugno giornata mondiale dell'Infanzia Africana

Ruth Banon

16 Giugno giornata mondiale  dell’Infanzia  Africana
Come ogni anno dal 1991, si celebra la giornata mondiale dell’Infanzia africana.  Istituita inizialmente dall’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA), è stata  fatta propria dal sistema delle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sulle condizioni di vita dei bambini africani.
La  data del 16 giugno non è casuale, vuole commemorare in modo indelebile quanto avvenuto nel 1976, in cui  centinaia di bambini e giovani scolari vennero uccisi e feriti a Soweto, solo perché marciavano per chiedere una migliore qualità  delle scuole e dell’insegnamento.  Triste pagina  del violento Apartheid sudafricano.
Nella nostra Regione il Garante regionale dei diritti della persona ha organizzato un’iniziativa per il giorno venerdì 9 giugno a Trieste dal titolo “Accelerare la protezione, l’empowerment e le pari opportunità per i bambini in Africa entro il 2030”.
Le condizioni dell’Infanzia nel mondo non sono certamente floride. Quando nasci in Africa rientri già nelle statistiche della povertà, con poche prospettive per il futuro, dove  per le bambine è più facile essere farle maritare che andare a scuola. Forse la situazione è leggermente migliorata, ma la dinamica demografica, in costante aumento, collegata al fatto che la crescita economica del continente viene distribuita, meglio rubata, continua a pesare sulle condizioni di vita di milioni di bambini africani.
Nell’africa subsahariana 2 bambini su 3 vivono in una condizione di povertà multidimensionale, come si usa dire quando ci sono concomitanti problemi di nutrizione, salute e igenici. Questo si traduce nella spaventosa cifra di 247 milioni di bambini.
Il 60% delle ragazze tra i 20 e 24 anni, hanno meno di 4 anni di scolarità alle spalle
I bambini più poveri hanno due volte più probabilità di morire prima dei 5 anni d’età. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile pongono l’accento sulla necessità di raggiungere una parità di genere e di eliminare la povertà (goal 5 e 1) , ma se nulla di serio sarà fatto, si prevede che entro il 2030 saranno ben 750 milioni le donne che affronteranno matrimoni precoci,  e che ben 9 bambini su 10 vivranno (per modo di dire), in estrema povertà.
Ci fermiamo qui. Pensiamo che la situazione sia molto molto grave già ora. Per questo oltre a chiedere politiche e sforzi mirati ai governi, chiediamo anche che tutti i cittadini del “ricco” occidente  facciano qualcosa di più a favore dell’infanzia africana: per esempio sostenere i programmi di “ Sostegno a Distanza”.
 
Il disegno che appare è di Ruth Bañon, pubblicato su El Pais

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